martedì 22 settembre 2009

[capolavori] Cable - The Failed Convict (The End/2009)




Tornano in silenzio e piazzano un’uscita nella miglior cinquina dell’anno. Senza mezze misure, regalandoci una lezione magistrale in southern rock (sotto Rohypnol). Lenti, sofferti, straziati da distorsioni e rallentamenti quasi post core. Assieme a Coalesce, Mastodon e Agoraphobic Nosebleed un’altra testimonianza importante del suono pesante (nell’accezione che lascia il segno) in questo 2009. Meno abrasivi delle altre proposte (a eccezione dei progsters di Atlanta) ma carichi di un’inspirazione fisica e concreta tale da permettergli di pubblicare un lavoro che è la summa della loro poetica. Più equilibrati e maturi delle loro sortite precedenti, in un certo senso piacevoli nel loro crepuscolo umorale. Questa è la colonna sonora di scenari ormai cliché come paludi e la provincia profonda, ancora terribilmente efficaci nonostante la sovraesposizione. Ottimo antidoto alla corrente calata new death che, sebbene ricca di esempi meritevoli, pare essersi incanalata nella corsia dell’implosione. Ritmiche impossibili, suoni gelidi e lavori di chitarra troppo simili al taglio di un bisturi contro maglie dilatate, melodie lontane e il clima torrido del blues. Nonostante il caldo umido che si porta dietro pare comunque una boccata d’aria fresca, un rassicurante passo indietro su scenari più rassicuranti ma mai così attraenti. Come già detto con il capolavoro OX dei Coalesce, un disco che tra 15 non vi vergognerete di avere sulla mensola. Anzi, probabilmente lo ascolterete più di ora, monumento al suono e all’attitudine che fu. Solida e stabile come un blocco di granito, questa è la poesia dei Cable.

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